Senza un attimo di tregua, 7 gold, ore 23,15.
Quando, nel remoto 1967, questo noir apparve, si capì che era nato un autore, quel John Boormann che poi avrebbe dato cose assolute come Un tranquillo weekend di paura, Duello nel Pacifico e Zardoz. Noir cinico, con un protagonista a-sentimentale e glaciale (un totemico Lee Marvin) che segnò una svolta nel genere. Un gangster dà la caccia al complice di una rapina che gli ha fregato i 93mila dollari. E che gli ha portato via pure la moglie. Ma sarà solo la prima tappa di una resa dei conti che coinvolgerà i piani alti del crimine organizzato. Boorman immette nel cinema di genere sperimentalismi mutuati dall’allora egemone Nouvelle Vague (da Alain Resnais più che da Godard), dialoghi fuori sincrono, fratture narrative, scomposizione-ricomposizione della cronologia del racconto. Forse datato, forse artificioso, però importante, comunque imperdibile. Alcatraz è l’alfa e l’omega del film.
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