Venere in visone, Iris, ore 19,06.
Palinsesto Iris di oggi quasi completamente dedicato a Elizabeth Taylor ‘Ultima diva’. La definizione è appropriata, l’omaggio pure. E questo Venere in visone merita davvero, anche perché non è così frequente trovarlo in tv. Mitologico melodramma del 1960 con una Elizabeth Taylor al massimo del suo fulgore fisico e del suo carisma d’attrice, e apertura di un decennio che diventerà memorabile per la sua carriera e la isserà nei ranghi più alti di Hollywood, della Hollywood – intendo – di ogni tempo. Lei non lo voleva girare, questo Butterfield 8 (è il titolo originale), pensava fosse spazzatura, roba sensazionalistica per casalinghe avide di visioni morbose, ma i vincoli contrattuali la obbligarono. Era in uno dei suoi momenti di massima turbolenza esistenziale, reduce dalla tragedia della morte in un incidente aereo del marito produttore Mike Todd, reduce pure da una tracheotomia che le aveva salvato in extremis la vita, reduce dal matrimonio con il cantante-attore Eddie Fisher rubato con la nonchalance feroce di una pantera all’amica Debbie Rynolds (e l’America si schierò tutta dalla parte di Debbie affibbiando a Liz il marchio di sfasciafamiglie). Non bastasse, il neomarito Eddie Fisher recita con lei in Venere in Visone, aggiungendo un ulteriore motivo per non perdersi questo film. Anche se Liz Taylor lo odiò con tutte le sue forze, le procurò il suo primo Oscar come miglior attrice protagonista (il secondo le sarebbe arrivato meritatissimamente per Chi ha paura di Virginia Woolf?). Diretta da Daniel Mann, Taylor è Gloria, ragazza perduta sospesa tra l’apparente rispettabilità come indossatrice e la vita semisegreta di prostituta, una figura ambigua che ricorda pur se in forma di melodramma quella della coeva Holly di Colazione da Tiffany. Conosce il bel Liggett (un Laurence Harvey quasi stilizzato e molto in parte), sposato e mantenuto dalla ricca famiglia di lei, ha un’avventura con lui, gli porta via per rabbia la pelliccia di visone della moglie, finisce con l’innamorarsene, si illude di poter cambiare vita. Ma c’è anche un vecchio amico musicista a lei devoto del cui amore non si accorge. Gloria è una donna tra due uomini, e nessuno è quello giusto. Sensi di colpa, atmosfera di peccato, ansia e bisogno coatto benché inconscio di redenzione. Gloria la dissoluta che si è illusa di ritrovare l’innocenza pagherà caro pagherà tutto. Una turgida e foschissima storia di quelle che ormai non si possono più fare, perché tutti i tabù sono caduti e infranti, e le veneri in visone che peccano e pagano sono svanite, non appartengono più al nostro orizzonte antropologico, culturale. Ma come non restare avvinti da queste storie, da questo cinema. Liz Taylor poi è di una carnalità così sontuosa e evidente da lasciare il segno a ogni suo passaggio sullo schermo. Una diva e un’attrice, cose che non sempre vanno insieme, anzi quasi mai. Ma per lei è successo.
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