Merletto di mezzanotte, la7, ore 23,00.
Una delle non molte incursioni di Doris Day al di là dei confini della commedia rosa. Dopo L’uomo che sapeva troppo la più bionda e cotonata delle atttrici torna qui, siamo nel 1960, al thriller. Solo che Hitchcock non c’è e si sente, anche se Merletto di mezzanotte non è niente male, film di ineccepibile e professionale confezione che ancora oggi si fa guardare senza fastidio. Un’americana sposa un ricco finanziere inglese e con lui e per lui si trasferisce a Londra. Ma là, tra le nebbie e l’umidità del Tamigi, si ritrova vittima di un misterioso persecutore che la minaccia via telefono con orrorifica voce metallica, e cercano perfino di ucciderla. Insomma un incubo dopo l’altro, povera donna. Però nessuno le crede e la nostra rischia di passare per matta. Dopo dieci minuti lo spettatore medio di oggi ha già capito cosa c’è sotto e chi è il colpevole, solo la poveretta deve soffrire ogni possibile pena prima di accorgersi di quello che le stava evidentissimo sotto il naso. Forti analogie con il cukoriano Angoscia con Ingrid Bergman e il luciferino Charles Boyer. Stavolta il marito è il molto britannico Rex Harrison, perfetto quale elemento di contrasto rispetto all’americanissima Doris Day. Nel cast anche la gloriosa Mirna Loy e il sex symbol macho John Gavin (Hitchcock, che l’aveva diretto in Psycho, lo considerava una perfetta nullità come attore). In fondo, Merletto di mezzanotte mette in scena, metaforizzandolo nel thrillerone, l’eterno conflitto tra vecchio continente e nuovo mondo, con l’Europa vista con occhio molto americano quale terra di insidie, corruzione e nequizie. Ah sì, dirige David Miller.
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