La contessa bianca, Iris, ore 17,03.
Sì, la regia è di James Ivory, certo illustrativo, laccato e pure leccato, ma il mestiere e il gusto non si discutono, ci mamncherebbe. A rendere imperdibile questo film c’è che siamo nella Shanghai del 1936, peccaminosa, leggendaria, la stessa della Marlene di Shanghai Express, dell’Impero del sole pre-invasione giapponese di Ballard/Spielberg, la stessa che ospitò anche la coppia Edda Mussolini/Galeazzo Ciano negli anni migliori della loro storia prima del tragico epilogo. Stavolta a rievocare quella Shanghai sentina di ogni vizio e corruzione, luogo letterario e cinematografico per eccellenza, è Junichiro Tanizaki, dal cui romanzo è tratto il film di Ivory, storia di una aristocratica russa costretta a fuggire dalla Rivoluzione e a prostituirsi nella più depravata e occidentalizzata città cinese. Semplicemente fantastico. Conoscerà un ex diplomatico americano, ora cieco, che è Ralph Fiennes. Attenzione, la protagonista è la povera Natasha Richardson, e in ruoli collaterali compaiono mamma Vanessa Redgrave e zia Lynn Redgrave. Era il 2005. Oggi, 2013, Natasha e Lynn non ci sono più. Anche per questo La contessa bianca merita più di un’occhiata, per vederle ancora insieme a Vanessa.
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