La doppia vita di Veronica, Rai Movie, ore 0,55.
In my opinion, il capolavoro, il vertice assoluto di Kieslowski e uno dei film più alti di fine Novecento (è del 1991). Difficile parlarne, difficile parlare in generale del cinema di Kieslowski, perché le parole, dette o scritte, non riescono a rendere il sublime che dalle sue opere traspare. Sublime non dichiarato e non artefatto, eppure palpabile. Cos’è che rende grande, e sublime appunto, La doppia vita di Veronica? Forse il fatto che riesca a comunicare qualcosa di cosmico, di oltrenaturale, quel frammento di sacro e magari di divino che si insinua nelle vite e nel mondo, nonostante la nostra povertà umana. C’è una Weronika che vive in Polonia, a Cracovia, ha una voce meravigliosa, canta in un coro, e muore. Intanto in Francia una ragazza di nome Véronique, del tutto identica, conduce una vita anch’essa fatta di musica. Sono la stessa persona? Cosa le unisce? Caso, kharma, reincarnazione, e il tema del doppio. Questo e molto altro ancora è La doppia vita di Veronica. Ma non è il caso di interrogarsi troppo, meglio seguire l’andamento sospeso e fluttuante della narrazione, come onirico, anzichè cercare di penetrare il mistero. Colonna sonora, che io adoro, di Zbigniew Preisner. Irène Jacob nel ruolo della vita.
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