Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans, Rai Movie, ore 21,10.
Il remake-non remake dell’omonimo film di Abel Ferrara girato nel 2009 da un ormai americanizzato Werner Herzog. In comune c’è solo un poliziotto carogna pronto a ogni nefandezza, poi però ciascuno dei due film (e ciascun regista) va per la strada sua. Stavolta siamo a New Orleans, città che al cinema promette sempre cose assai luride e violente al limite del bestiale. E un animale è il tenente McDonagh (un Nicolas Cage più che mai ghignante e mefistofelico), anche per via degli antidolorifici e varie sostanze alteranti presi massicciamente per alleviare un mal di schiena che lo tortura, e che finiscono con l’ottundergli la coscienza. Tutto è degradato intorno a lui, la città sconvolta dall’uragano Katrina, l’ambiente della polizia in cui si muove, le sue storie di famiglia, gli amori e amorazzi, per non parlare del crimine che imperversa ovunque, tra loschi traffici e sanguinose rese dei conti. In lui bene e male si confondono, le missioni di poliziotto diventano l’occasione per lo scatenamento dei suoi istinti ferini. Un mostro, secondo la tradizione degli uomini di legge contaminati dal male che ha il suo simbolo monumentale nell’Infernale Quinlan di Orson Welles. Film malato, morboso. Werner Herzog immette in questa storia americana parecchio della sua sensibilità così tedesca e così iper romantica (nel senso di esaltazione delle forze psichiche consce e inconsce e di furibonda immersione nel magma delle passioni). Le inquadratura sono spesso caricate di segni e simboli (quegli alligatori, quei pink flamingos che tornano così spesso nell’Herzog americano). Oltre a Cage ci sono Eva Mendes, attrice-coraggio che non esita a buttarsi in imprese rischiose (vedi anche Holy Motors di Carax) e Val Kilmer, uno che è già inquietante di suo. Sarà anche un film non così riuscito, come si è detto e ampiamente scritto, ma la mano di Herzog si vede eccome, e un suo frammento di cinema anche sbagliato vale molto di più di cento compitini corretti firmati da registi mediocri.
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