I guerrieri della palude silenziosa, Rai Movie, ore 23,10.
Un Walter Hill nella sua fase più alta, al suo momentum, allorchè produsse nel giro di pochi anni i suoi capolavori: I guerrieri della notte, I cavalieri dalle lunghe ombre e questo Southern Comfort (il titolo italiano riecheggia volutamente il primo dei tre, che era stato un gran successo anche al nostro box office). Qui siamo nelle paludi melmose della Louisiana, il territorio a tutt’oggi più selvaggio degli Stati Uniti, il più inespugnabile e inespugnato, il meno conquistato alle regole, anche, del vivere civile, come abbiamo appena visto nell’indie Re della terra selvaggia. Come in I guerrieri della notte (che poi rifaceva in chiave metropolitana e punk l’Anabasi di Senofonte) abbiamo un manipolo di uomini, anzi di maschi (armati, incarnazione della virilità e della forza), in ritirata da un ambiente ostile e braccati da un oscuro, celato, misterioso nemico che li decima e li vuole tutti morti. 1973: in un’esercitazione della Guardia Nazionale, forza militare di riservisti, un gruppo rimane isolato dai propri compagni, perde l’orientamento, si ritrova a muoversi ed annaspare nel bayou – le paludi del Sud tropicale – infestate da alligatori e altri pericoli naturali. Ma la vera minaccia è costituita da alcuni bracconieri cajun – l’etnia bianca di origine franco-canadese – che si considerano i soli padroni di quel territorio. Trappole, imboscate. Uno dopo l’altro i riservisti muoiono. Sopravvivono in pochi, fino alla resa dei conti finali. C’è molto del Walter Hill precedente e del John Boorman di Un tranquillo weekend di paura, film seminale che non ha masi smesso di influenzare altri film. Con Keith Carradine, allora al suo apice. Da notare come Walter Hill nel suo recente Jimmy Bobo con Sylvester Stallone (un film che non è così brutto come lo si è dipinto) sia tornato a girare in Louisiana, a New Orleans. Ci sono luoghi del cuore e dell’anima anche per i registi, evidentemente.
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