Recensione. HANSEL & GRETEL – CACCIATORI DI STREGHE, un’altra fiaba rivisitata, e non se ne può più

hansel03Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe 3D. Un film di Tommy Wirkola. Con Jeremy Renner, Gemma Arterton, Famke Janssen, Peter Stormare.hansel17
Continua la mania di rivisitare in chiave fantasy-trucida le fiabe più tradizionali. Dopo le due Biancaneve, adesso tocca a Hansel & Gretel dei Grimm. I due fratellini sfuggiti alla megera che li voleva mangiare arrosto, da grandi son diventati cacciatori di streghe. Trama vagolante, tanto quel che importa son gli effettacci speciali, i sabba stregeschi e vari orrori e squartamenti. Peccato per Jeremy Renner, che si merita di meglio. Voto 3hansel06
Le streghe son tornate, come urlava uno storico slogan femminista anni Settanta. Son tornate in un bel numero di film e filmacci – da Oz a Le streghe di Salem a questo Hansel & Gretel, e son perlopiù streghe-streghe, mica portatrici di istanze emancipazioniste e liberazioniste. Dunque, ariecco orride creature dal naso adunco pronte a ogni nefandezza verso gli inermi, di solito bambini e giovinette del cui sangue e dei cui organi ed energie vitali son ghiottissime. Per fermarle le si decapita, o le si brucia sul rogo. Inorridiranno le brave signore femministe che allora rivalutarono la figura della strega quale vittima della società maschilista-patriarcale e quale ribelle nei confronti dell’ordine fallocratico, e adesso se le vedono ritornare su grande schermo come nulla fosse accaduto, rappresentate in forma di schifose megere esattamente come le vedeva il medio villico superstizioso dei secoli bui. Insomma, di fronte a questa rinnovata caccia cinematografica alle streghe (di cui vorrei parlare diffusamente in un altro post) c’è da restare allibiti, e un po’ allarmati. Ma se è questo che le platee popcorn vogliono, ci arrendiamo all’evidenza e abbozziamo, cos’altro possiamo fare? Intanto, questo pessimo Hansel & Gretel si inserisce assai bene nel filone, e nello stesso tempo si accoda anche a un altro rigoglioso cine-genere degli ultimi due anni, quello della tradizionali fiabe per fanciulli rilette e rifatte in chiave, diciamo così, fantasy-adulta con varie brutalità e tanta, tanta CGI a garantire i soliti effettacci speciali, il tutto nell’ormai obbligatorio 3D affinchè nessun lancio negli occhi (i nostri) di frecce e giavellotti e lance e quant’altro ci venga risparmiato. Dopo le due-versioni-due di Biancaneve e la rilettura della favola del fagiolo magico in Il cacciatore di giganti, stavolta ci si basa sull’Hansel & Gretel dei Grimm, con i suoi due fratellini abbandonati nel bosco che, attirati in una casa di marzapane, si ritroveranno prigionieri di una strega e messi all’ingrasso onde diventare un succulento piatto arrosto. Il film parte proprio da lì (con la differenza rispetto ai Grimm che è la madre, non la matrigna, a spingere per misteriosi motivi il marito ad abbandonare i due pargoli nella foresta), per farci vedere nella fase successiva Hansel e Gretel diventati adulti, rispettivamente con le facce e i corpi di Jeremy Renner e Gemma Arterton. Dopo quell’esperienza infantile han deciso di dedicare la loro vita a stanare le streghe e salvare i bamini da loro rapiti. Visto che come witch hunter si son fatti la loro bella fama di impeccabili professionisti, vengon chiamati in un villaggio da cui ben undici infanti son spariti, e si teme proprio per colpa delle megere che abitano i boschi circostanti. Partono per la caccia grosse, e ne vedremo naturamente di ogni, fino alla vittoria finale. C’è di mezzo un’eclisse di luna, e si profila minaccioso un rito infernale per il quale servirà il sangue di molti innocenti. Ora, tutto è svolto grossolanamente, anche fregandosene di incongruenze evidenti. Tanto quel che conta è far vedere belle signore e signorine che si trasformano sotto i nostri occhi grazie al morphing in tremende creature infernali con lingue biforcute e mani artigliate, e poi sabba (non all’altezza purtroppo di quelli di Le streghe di Salem di Rob Zombie) e altre sconcezze e schifezze. Purtroppo il plot si intorcina con tante e inutili sottotrame, anche se una non sarebbe niente male, quella vagamente psicanalitica che vede i nostri due rivivere il trauma originario dell’abbandono da parte della madre e scoprire la tragedia che ci stava dietro e sotto. Peccato che questa parte di narrazione, quella del percorso analitico dei bambocci nel proprio passato e nel proprio inconscio, non venga sfruttata a dovere e diventi solo il pretesto per un po’ di mélo in più e qualche orrore in più. M’è parso di intravedere anche un certo intento parodistico-farsesco in tutti quegli anacronismi voluti ed esibiti: spingarde che somiglian tanto ai nostri più moderni mitragliatori, balestre ipertecnologiche, perfino medievali defibrillatori per riportare in vita un troll collassato, e anche i disegni dei bambini scomparsi sulle bottiglie del latte. Ma anche questa nota ironica si perde in un film che mescola troppi registri e troppi generi senza seguirne nessuno davvero. Per non sembrare troppo antifemminili e antifemministi gli sceneggiatori hanno pensato bene di dividere il mondo delle streghe tra quelle buone (le streghe bianche) e quelle malvage (le streghe oscure), confondendo e complicando ulteriormente una trama già non trasparentissima, e comunque lo scrupolo non basta a riscattare l’evidente ottusità e rozzezza dell’operazione. Dialoghi tremendi, tra i peggiori uditi degli ultimi anni, soprattutto quelli amorosi tra un imbarazzatissimo Hansel e la bionda strega bianca. Jeremy Renner continua a farsi del male. Due-tre anni fa era rampantissimo dopo le grandi interpretazioni di The Hurt Locker e The Town, poi non ne ha più azzeccata mezza. Pessimi The Bourne Legacy e questo Hansel & Gretel, mentre in The Avengers e Mission: Impossible 4, che pur son buoni film, era confinato in ruoli minori inadeguati alla sua bravura. Aspettiamo il riscatto.

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