Prendi i soldi e scappa, Rai Movie, ore 19,35.
In Woody, il bel documentario di Robert B. Weide – rispettoso ma non agiograficamente genuflesso – che ne ricostruisce vita e opere, Allen ricorda come arrivò a girare questo Prendi i soldi e scappa, che poi è il suo primo film da regista, quindi titolo storico, l’incunabolo di quella che sarebbe diventata nei decenni sucessivi una memorabile carriera. Nel 1969 Woody Allen viene chiamato a scrivere, e a interpretare in un ruolo collaterale, Ciao Pussycat, gran successo al box office, ma per lui delusione cocente perché la produzione stravolge il suo script buttandolo parecchio sul farsesco e il goliardico. Dunque il nostro realizza che solo girando da sè i propri film, e possibilmente pure producendoli, sarà completamente libero da interferenze, ed ecco nascere Prendi i soldi e scappa. Che, a mio parere, resta a oggi una delle sue cose migliori, preferendo io di gran lunga l’Allen apertamente comico degli esordi a quello successivo, engagé-bergmaniano e spesso insopportabilmente pretenzioso e arty. Il film si presenta come un finto documentario (anticipando dunque non solo Zelig, ma il filone rigoglioso del mockumentary) su uno scalcinato piccolo delinquente di qualche fortuna e molta sfortuna. Memorabile, da storia del cinema, la scena della rapina gentile e imbranata in banca. Occhio, c’è la bellissima Janet Margolin, che era stata lanciata qualche anno prima nel molto indipendente e impegnato David e Lisa.
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