Trans-Europ-Express – A pelle nuda, Rai Tre, ore 1,30.
Chissà se è stata vera grandezza, quella di Alain Robbe-Grillet: l’uomo che negli anni Cinquanta e Sessanta teorizzando e praticando il nouveau roman osò riscrivere i codici della narrazione romanzesca, e osò proclamare nel testo l’assenza di ogni profondità, la necessità di de-psicologizzare e de-sentimentalizzare, la libertà di giocare e giostrare su plurimi piani, in ossequio all’allora imperante e divorante dottrina strutturalista. Precipitato in una fase di oscurità e di semi-oblio dopo i fasti di allora, e in coincidenza con l’avvento del post-moderno cui ogni sperimentalismo in odore di eccessiva modernità stava in antipatia e in dispetto, adesso ho l’impressione che ARG stia ritrovando lo status cui ha diritto. Anche i suoi film, a loro tempo considerati lambiccati e “solo un esercizio di stile” (così scrivevano i paludatissimi critici), oggi ci appaiono coraggiosi e profetici, nelle frequenti pratiche di mise-en-abyme, di cinema nel cinema (e di romanzo nel romanzo), prefigurando e preconizzando molto cinema attuale e del vicino ieri, dico Charlie Kaufman (l’imprescindibile Synecdoche New York non può non dirsi robbe-grillettiano) o David Lynch. Trans-Europ- Express è l’esordio registico, siamo nel 1966, di Robbe-Grillet, dopo la sceneggiatura davvero epocale di L’anno scorso a Marienbad scritta per Alain Resnais (e già questo basterebbe a stabilire la sua statura). Vediamo un regista (lo stesso Robbe-Grillet), la sua assistente (la moglie di Robbe-Grillet, Catherine) e un amico produttore sul treno che da Parigi li porterà ad Anversa. Quando alla stazione vedono un passeggero salire (è Jean-Louis Trintignant) cominciano a immaginare una storia intorno a lui, un polar, che lo vede protagonista quale corriere della droga. Una trama che varia man mano, adattandosi alle ispirazioni, ai capricci anche dei viaggiatori, soprattutto del deus ex machina Robbe-Grillet. Non mancano, come sempre nello scrittore-regista, divagazioni, digressioni e trasgressioni erotiche sul filo dell’s/m (45 anni prima delle varie sfumature di grigio!). Realtà e finzione, e l’onnipotenza manipolatoria dell’autore. Allora molto avanguardistico. Oggi da vedere come un cinema esemplarmente autoriale e fondativo.
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