Film importanti stasera sulle tv gratuite: ROSETTA dei fratelli Dardenne (venerdì 12 luglio 2013)

Rosetta, Rai Movie, ore 23,10.
rosetta_2Prosegue il venerdì sera su Rai Movie il ciclo dedicato al cinema di Jean-Pierre e Luc Dardenne, i fratelli belgi che sono, piaccia o meno, tra le presenze forti e ineludibili del cinema degli ultimi vent’anni. Maestri assoluti che continuano a influenzare il cinema e a rimodellarlo, e basti andare a un festival – da Cannes a Berlino, Locarno, Venezia – per imbattersi ogni volta in almeno cinque film di giovani autori che non possono non dirsi loro figli (quanto legittimi, questo è da vedere). Settimana scorsa si è visto La promesse, oggi tocca a Rosetta, forse il titolo loro più famoso, quello che procurò ai Dardenne la prima Palma d’oro a Cannes (era il 1999, la seconda sarebbe arrivata nel 2005 per lo sconvolgente L’enfant). Si incazzarono molto i supporter di Tutto su mia madre di Almodovar pure in concorso quell’anno, già dato per Palma d’oro certa e invece sorpassato all’ultimo secondo dai due belgi, che ancora oggi agli almodovariani gli girano. Invece, continuo a pensare che Rosetta non abbia rubato niente, anzi a distanza di molto tempo il film si è assestato come un qualcosa di imprescindibile (mentre Tutto su mia madre mostra un qualche furbata di troppo), segno che la giuria seppe vedere giusto, e lontano. La storia è assolutamente dardenniana, derelitti e derelitte in un Belgio se possibile anche più triste e tetro di quello di Jacques Brel, una landa desolatissima ridotta a discarica umana ove si aggirano perdenti in perenne lotta per la sopravvivenza. Cinema degli stracci, dice qualche nemico dei due fratelli. In my opinio, cinema certo che nula concede all’intrattenimento, ma che non cade mai nella retorica miserabilista, mai nell’invettiva ideologica, mai negli schemaismi del cinema miltante, ma sempre privilegua e tiene d’occhio lumano e il molto umano (o il poco umano) dei suoi protagonisti. Rosetta è una di loro, una povera ragazzina, 16 anni o giù di lì, zero istruzione, zero prospettive. Le tocca vivere con la madre alcolista in una sordida periferia di roulotte, ha un lavoro, ma poi lo perde, ed è la disperazione. Segue un’odissea, una via crucis in cui alla povera Rosetta nulla viene risparmiato, e nemmeno a noi. Soprusi, molestie sessuali, illusioni e delusioni. Macchina a mano – i Dardenne furono tra i primi a farne un uso massiccio e molto consapevole – a pedinare i personaggi, quasi a penetrare nelle loro vite e nelle loro carni. Ancora mi ricordo Rosetta aggirarsi nel campo-roulotte, lavarsi a un rubinetto esterno,m tascinarsi pacchi e paccottiglie. Misérables di fine Novecento, senza miserabilismo però, senza compiacimento né voyeurismo nel mettere in scena le altrui disgrazie. Emilie Dequenne è indimenticabile come Rosetta, e giustamente vinse a Cannes il premio per la migliore interpretazione. Dequenne è stata ripremiata l’anno scorso a Cannes, a Un certain regard, per la sua perfomance nel perturbante Our Children (À perdre la raison) di Joaquim Lafosse, ed è stato incredibile constatare la mutazione somatica avvenuta in lei dai tempi del film dei Dardenne. Non manca in Rosetta uno dei due attori-feticcio dei Dardenne, Olivier Gourmet (l’altro è Jérémie Rénier).

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