Clockers, Rai Movie, ore 22,40.
Ghetto-movie della metà anni ’90 di Spik Lee e alla Spike Lee, tra i suoi più esemplari e paradigmatici, anche se non tra i più amati. Tutte le ossessioni del suo regista si condensano qui. La vita grama nei ghetti, la risposta all’esclusione attraverso il crimine piccolo e grande, la sopraffazione anche all’interno degli stessi oppressi, le eterne guerre di frizione tra le diverse etnie, tra neri ed ebrei, tra neri e italiani. La polizia impegnata nella soliuta caccia al ladro, il ladro che cerca di farla franca e sopravvivere. Miserie urbane. Violenza. Buona e anche pessima musica rap. Ragazzi perdute e ragazzini che forse si potrebbero salvare se solo gli fosse data una chance. Dunque, qui il protagonista è Strike e di mestiere fa lo spaccia per conto di Rodney. Dissidi col fratello, che invece ha un lavoro pulito e tenta la strada dell’integrazione sociale. Ci sarà un omicidio, Strike verrà incolpato, lo scagionerà il fratello buono addossandosene la responsabilità. Drammi familiari con venature bibliche come in certi vecchi mélo di Elia Kazan, mentre là fuori il rap spara raffiche di rabbia. Spike Lee avviluppato nelle sue ossessioni, preda come e più di sempre dei suoi fantasmi di ragazzo del ghetto. Un talento, il suo, come bloccato da un eccesso di incazzatura, di odio sociale, che a mio pare non gli ha permesso di essere quel grande autore che poteva essere. Ma i suoi film meritano sempre rispetto, e questo anche più di altri. Coproduce Martin Scorsese. Nel cast John Turturro e Harvey Keitel (è il detective).
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