Concerto per pistola solista, Iris, ore 0,45.
Italian giallo del 1970 che si finge assai british, in una contraffazione abbastanza riuscita tuttosommato. E che comunque nulla c’entra con i coevi sado-thriller di Argento ed epigoni. Dirige Michele Lupo, uomo dai molti western e dal molto cinema di genere, e il risultato è uno stravagante prodotto in cui il sangue dei morti ammazzati si mescola ai toni della commedia black. Un po’ Signora omicidi e parecchio Agatha Christie. Siamo in un castello inglese dove, dopo l’apertura del testamento del defunto proprietario, avvengono delitti a catena. Me lo ricordo gradevole, anche se un po’ rozzo e goffo, con quell’aria irrimediabilmente provinciale dell’italiano che per spacciarsi da inglese ne adotta tutti i cliché e i più ovvii codici vestimentari (bombetta ecc.), e mi viene in mente, tanto per stare nel cinema di quegli anni, Fumo di Londra con Alberto Sordi. Cast italo-international, tra cui la soprano prestata al cinema Anna Moffo (cult!), Evelyn Stewart, l’ottima Marisa Fabbri che poi avrebbe lavorato molto con Ronconi, Gastone Moschin, Peter Baldwyn, la sempre peccaminosa Beryl Cunningham.
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