Psyco, Top Crime, ore 22,35.
Forse il film di tutti i film di Hitchcock, il più suo, il più innovativo ed esplorativo. Come peraltro si evince dal recente e non molto riuscito biopic Hitchcock con Antohiny Hopkins e Helen Mirrer, ricostruzione per l’appunto del tormentato progetto di Psyco e del suo altrettanto tormentato tournage. C’è chi dice che la famosa scena della doccia sia lo spartiacque tra il vecchio thriller e il contemporaneo cinema horror, quella che apre a nuove visioni di paura in cui l’autore non ha più scrupoli nel mostrare tutto il proprio sadismo e nel solleticare quello dello spettatore. L’efferatezza di Psyco, forse per la prima volta al cinema, non cerca più alibi e attenuanti, si presenta da sè, priva di ogni filtro. Davvero epocale questo film di Hitchcock, di cui tutto è già stato detto e raccontato, mille volte visto e però sempre capace di catturare. La fuga di Janet Leigh, il suo arrivo in quel sinistro motel, il timido Anthony Perkins/Norman Bates, la fine sotto la doccia, e quel gorgo dell’acqua, una delle invenzioni più geniali dell’intera storia del cinema. Stavolta, ed è insolito per Hitchcock, la soluzione del mistero e il chi-è-l’assassino arriva solo alla fine, ed è una delle rivelazioni più sconvolgenti che lo schermo ci abbia offerto. Il povero Anthony Perkins non si emanciperà mai più nella vita da Norman Bates, ne resterà per sempre schiavo: posseduto, esattamente come il suo personaggio, da un fantasma del passato.
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