Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca, Rai Movie, ore 23,15.
Non passa poi così spesso in tv, questo film del 1970 girato da Ettore Scola poco prima del suo capolavoro C’eravamo tanto amati. Titolo celeberrimo, film notevole, che però ebbe il torto di arrivare dopo Straziami ma di baci saziami di Dino Risi, riproponendone il triangolo amoroso in chiave di romanzo popolare, e simile a quello anche nella mimesi delle lingue popolari e nell’uso delle mitologie canzonettistiche e fotoromanzesche. Del resto, la gran coppia Age & Scarpelli firmò la scenggiatura di entrambi, e semmai si potrebbe parlare di autocitazione, e di sviluppo con altro regista e altri interpreti di un modello narrativo precedentemente messo a punto. Oreste è un militante del Pci che, sposato a una donna con più anni di lui, si innamora della fioraia Adelaide incontrata a una festa dell’Unità. Sarà amor-passione, finchè un più giovane pizzaiolo si insinuerà tra i due e si porterà via lei. Il tutto rievocato in sede processuale, perché ci sarà un fattaccio, e un imputato da assolvere o condannare. Magnifico trio di attori, come oggi non se ne vedono più: Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Giancarlo Giannini. Non piacque ai ragazzi del ’68 e alla critica più rossa e militante, che bollarono Dramma della gelosia come la rappresentazione razzista e stereotipata delle classe popolari (be’, non avevano tutti i torti; quel proletariato e sottoproletariato esistevano solo nella testa degli intellò romani da terrazza e de sinistra, ché la realtà e la storia andavano ormai da tutt’altra parte e verso altri tipi umani, antropologici, sociali: il popolo stava cambiando, era irrimediabilmente cambiato, e Pasolini lo aveva capito). Cosa che non impedì al film di diventare un grandissimo successo al botteghino.
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