Postato alle ore 12.00 del 17 agosto
Stasera sabato 17, alle 21.30, tutti in Piazza Grande per la consegna dei Pardi e degli altri premi. Il buzz su candidati, favoriti, vincitori dati per sicuri e subito contraddetti da altre ipotesi, è incessante. Molti indiziati, certezze zero. Tra i film in corsa per il Pardo d’oro del Concorso internazionale non ce n’è nessuno che si stacchi sugli altri e possa esibire le stigmate dell’indiscutibile capolavoro. Oltretutto questo è festival in cui le predictions vengono spesso disattese in fase di palmarès. L’anno scorso la giuria premiò un film per niente riuscito, a mio parere il più brutto di tutto il concorso, come La fille de nulle part, trascurando delittuosamente L’ultima volta che vidi Macao e il formidabile Leviathan. Due anni fa la giuria presieduta da Paulo Branco premiò discutibilmente l’argentino Abrir puertas y ventanas tra lo stupore dei giornalisti. E visto che qui a Locarno la storia recente insegna che ci si può aspettare di tutto, nessuno dei venti film in lizza può essere escluso a priori. Potrebbe addirittura uscire vincitore – Dio ce ne scampi! – Pays Barbare. Però confido nei giurati di quest’anno, nel presidente Lav Diaz, uno degli autori più innovativi in circolazione, e in chi lo affianca, un regista giovane e non certo allineato e mainstream come il greco Yorgo Lanthimos, il produttore cileno Juan de Dios Larrain, fratello del Pablo regista di No e Post Mortem, la regista-attrice francese Valérie Donzelli (La guerre est declarée) e il critico svizzero Matthias Brunner. Gruppo ottimo da cui ci si aspetta il giusto verdetto.
PARDO D’ORO
I favoriti.
1) Educação Sentimental di Júlio Bressane. Il 67enne maestro brasiliano ha portato il film più étonnant del concorso, il più potente, anche se diseguale.
2) Our Sunhi di Hong Sangsoo. Il coreano è uno degli autori riconosciuti approdati in concorso. Our Sunhi è film compatto e senza una sbavatura nella costruzione, quasi un manifesto teorico del cinema del suo regista.
Potrebbero farcela.
1) Une autre vie di Emmanuel Mouret. Un meraviglioso mélo, uno dei film autenticamente sperimentali e innovatori di questo festival (ripercorrere e riproporre i cliché del melodramma oggi è operazione di alta temerarietà).
2) Historia de la meva mort di Albert Serra. Magnificenza visiva e però massimo disinteresse per il racconto. Il catalano Serra ha quell’estremismo autoriale perfetto per un festival.
3) Tomogui (Backwater) di Shinji Aoyama. Uno di quei film che crescono con il passare dei giorni e con il word-of-mouth, e ormai arrivato al giusto grado di maturazione per un riconoscimento.
4) Real di Kiyoshi Kurosawa. Piaciuto soprattutto all’ala giovane e giovanilista della platea giornalistica.
Possibili sorprese.
1) When Evening Falls on Bucharest or Metabolism di Corneliu Porumboiu. Si sa, il cinema rumeno è una potenza da festival e un riconoscimento se lo porta sempre a casa. Questo film è un esercizio un po’ troppo cerebrale e smaccatamente autoriale, ma potrebbe trovare i suoi estimatori in giuria.
2) Short Term 12 di Destin Cretton. Molto, molto indie. Piaciuto parecchio a pubblico e addetti ai lavori. Però, dietro la sua scorza di duro realismo, un po’ troppo furbetto e sentimentaloide.
Quanto al mio film preferito insieme a quello di Mouret (vedi la mia classifica), vale a dire il portoghese E Agora? Lembra-me di Joaquim Pinto, temo non abbia chance per il Pardo d’oro. Sarei molto felice di ricredermi.
PREMIO AL MIGLIOR ATTORE
I favoriti
1) Vincent Macaigne per Tonnerre, un film che è molto piaciuto al pubblico.
2) Joey Starr per Une autre vie.
3) Fernando Bacilio per El Mudo.
4) Bogdan Dumitrache per When Evening Falls on Bucharest or Metabolism. Lui è al solito molto bravo, ma qui a Locarno l’han già premiato due anni fa, difficile che replichino.
PREMIO ALLA MIGLIORE ATTRICE
Le favorite
1) Josie Antelo per Educação Sentimental. Non premiarla sarebbe semplicemente uno scandalo (a meno che non diano il Pardo d’oro al film, e allora nel dosaggio dei riconoscimenti potrebbe saltar fuori un altro nome)
2) Carla Juri per Feuchtgebiete (Zone umide). L’impavida interprete del film scandalo di questo Locarno 66.