Moebius
Finora la programmazione ha funzionato. Oggi però il patatrac. È successo con l’attesissimo nuovo Kim Ki-duk, Moebius, presentato fuori concorso. Attesissimo poiché, come tutti sanno (ma forse non se n’è ricordato chi ha scelto le sale), il coreano ha vinto l’anno scorso il Leone d’oro con Pieta. Ebbene, stamattina Moebius è stato dato in Sala Grande, al palazzo del cinema, in contemporanea a un film del Concorso, Under the Skin di Jonathan Glazer, in Sala Darsena. Per cui o vedevi l’uno o l’altro, non essendoci dato il dono dell’ubiquità. Mi son detto: vado a vedere Glazer e poi recupero Kim Ki-duk alla proiezione delle 14,45 alla Sala Perla. Errore fatale di strategia. Perché, quando sono arrivato alla 14,10 alla Perla, 35 minuti prima della proiezione, c’era già una coda immensa e ho capito che le cose si mettevano male. Risultato, sono entrati i badge rossi, parte dei blu e del pubblico, ma molti altri blu come me – e parlo di centinaia di persone – sono rimasti fuori. Ora, è mai possibile che uno dei film più attesi di tutto il festival non venga dato in Sala Darsena che, con le sue dimensioni, smaltisce anche gli assalti peggiori? Vero, è prevista una terza proiezione di Moebius venerdì. Peccato che la diano alla Sala Casinò, che è grande, cioè piccola, più o meno com il salotto di mia zia. E le centinaia e centinaia di persone che vorrebbero vederlo e son rimaste fuori oggi dalla Perla come mai faranno a infilarsi lì dentro? Spero che, come succede in altri festival (Cannes, Berlino, Locarno) in casi simili, si aggiunga un proiezione straordinaria, e possibimente nella capiente Sala Darsena. Attendo fiducioso notizie.
