Venezia, mercoledì 4 settembre. Sera.
La lista dei film che ho visto oggi.
1) L’intrepido di Gianni Amelio (Concorso).
Giudizio: Molti buuh a fine proiezione. Ma il film è bello, nonostante i difetti evidenti, innanzitutto la piattezza dell’andamento narrativo. Amelio torna a raccontare l’Italia, questa Italia del non-lavoro e della grande depressione collettiva. Momenti magnifici (l’incontro con la ex moglie, la palestra di boxe). Magnifica Milano.
2) Une promesse di Patrice Leconte (Fuori concorso).
Giudizio: Period movie senza il minimo guizzo tratto da Stefan Zweig. Leconte in passato ha fatto di meglio. Questo avvizzito La promesse dimostra come non si possa più girare un film in costume se non si hanno idee per rivitalizzare il genere (vedi Anna Karenina di Joe Wright).
3) Eastern Boys di Robin Campillo (Orizzonti)
Giudizio: Ennesimo gay movie di questo festival. Un quarantenne parigino ha una storia con un ragazzo ucraino incontrato alla Gare du Nord. Seguiranno molte complicazioni. Prima parte notevole, poi il film vira sul buonistico e, incredibilmente, sull’action. Peccato.
4) Jiaoyou (Stray Dogs) di Tsai Ming Liang (Concorso).
Giudizio: Il film più estremo del festival. 138 minuti di una storia assai difficile da afferrare. Anche qui, come nel tedesco La moglie del poliziotto cui assomiglia nella struttura, la narrazione è scomposta e ricomposta, trasformandosi in una specie di sudoku per lo spettatore. Blocchi quasi tutti a camera fissa. Pezzi di esistenze devastate. Visioni di sbalorditiva, sporca, degradata bellezza.
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