L’uomo di vetro, Rai Movie, ore 22,55.
Del 2006, è stato abbastanza silenziato, e di sicuro merita una visione e una riabilitazione tv. Un film che sembrerebbe inscritto nel genere più che collaudato del mafia e dell’anti-mafia movie, ma che se ne discosta per inoltrarsi su un territorio che ha a che fare anche con la follia, il visionario, l’alterazione del reale. Vera storia con qualche concessione al romanzo e all’invenzione di uno dei primi pentiti di mafia, Leonardo Vitale, nipote di un potente capocosca. Quando finisce in carcere il suo equilibrio mentale comincia a vacillare, tra deliri persecutori e mistico-purificatori. Deciderà di confessare, confessare tutto, ma non lo prenderanno sul serio. Stretto tra una giustizia che non lo supporta e il clan che ha tradito, finirà in una deriva psicotica sempre più pericolosa. Per punirlo, gli uccideranno i parenti, e uccideranno lui stesso non appena uscito dal carcere. Storia terribile, e il regista Stefano Incerti ha il merito di tenersi lontano da ogni retorica, cercando di restituire, antropologicamente, le complessità e gli antri oscuri dell’appartenza mafiosa e dell’apostasia, e le ambiguità delle istituzioni. Sottovalutato. Con David Coco, Tony Sperandeo e Anna Bonaiuto.
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