Sorrentino favorito o no per l’Oscar? Le sue chance secondo un sito americano

orig_C_52_Film_1229_imgList_img_item_0_immagineGalleryAllora: è Sorrentino/La grande bellezza il nostro candidato all’Oscar quale miglior film in lingua straniera. Come dicevo in un post precedente, siamo solo all’inizio. Bisogna intanto aspettare che tutti paesi indichino il loro film (l’anno scorso erano 71, quest’anno potrebbe essere batuto il record), poi l’Academy sfronderà il listone e verso metà dicembre lo ridurrà a una shortlist di 9 titoli. A gennaio ulteriore potatura: quattro salteranno e saranno annunciate le cinque nomination ufficiali, i finalisti tra cui poi verrà scelto l’oscarizzato.
Al momento sono un cinquantina i paesi che hanno indicato il loro candidato (ecco la lista), l’iscrizione si chiude il 1° ottobre e in quella data si avrà l’elenco completo dei concorrenti con i quali se la dovrà vedere La grande bellezza. Già oggi ci sono molti titoli di rispetto. Per capire quali chance abbia Sorrentino, diamo un’occhiata allo spazio che IndieWire, assai autorevole e seguito sito americano di cinema, dedica alle 2014 Oscar Predictions, in particolare alla pagina con le previsioni per l’Oscar al miglior film in lingua straniera (attenzione: non al migliore film straniero, la differenza è importante). Peter Knegt, l’ottimo curatore, ci tiene a precisare che tra tutte le categoria di Oscar questa è la più imprevedibile e pazza, come ampiamente documentato dai vincitori degli ultimi anni, tra cui titoli che nessuno si aspettava e hanno lasciato tutti basiti come l’argentino Il segreto dei suoi occhi e il giapponese Departures. Capita che i votanti non riescano a vedere tutti i film, né in sala (la gran parte dei film candidati non viene distribuita nelle sale americane), né in dvd o altro sistema (streaming, ecc.). Una giungla, ecco, in cui molto spesso non vince il migliore, ma il più forte, o almeno il più visibile e il meglio promozionato. Una gara così balorda che l’Academy si è sentita in obbligo, se ricordo bene due anni fa, di correggere la procedura, introducendo una giuria di esperti a bilanciare e integrare le preferenze espresse dagli iscritti all’Academy. Dopo questo necessario preambolo, vediamo quali sono a oggi i favoriti secondo Peter Knegt (la lista viene aggiornata continuamente). Scorrendo l’elenco ci si rende conto di come sia falsa l’idea che già ha preso corpo sui social network e in genere sui media secondo cui quest’anno non ci sarebbero concorrenti più forti degli altri, come fu invece l’anno scorso Amour, che difatti vinse a mani basse. Vero, nessun Amour, però una quantità impressionate di film belli e bellissimi da non sottovalutare.

La lista dei favoriti secondo Peter Knegt al 28 settembre (le recensioni di questo blog cliccando sui link):

1) Danimarca con Il sospetto di Thomas Vinterberg
2) Arabia Saudita con Wadjda – La bicicletta verde di Haifaa al-Mansour
3) Cile con Gloria di Sebastian Lelio
4) Italia con La grande bellezza di Paolo Sorrentino
5) Canada con Gabrielle di Louise Archambault

Gli altri possibili contendenti:
6) Australia con The Rocket di Kim Mordaunt
7) Belgio con The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen
8) Romania con Il caso Kerenes (Child’s Pose) di Calin Peter Netzer
9) Hong Kong con The Grandmaster di Wong Kar-wai
10) Francia con Renoir di Gilles Bourdos
11) Brasile con Neighbouring Sounds di Kleber Mendonça Filho
12) Germania con Two Lives di George Maas
13) Repubblica Ceca con Burning Bush di Agnieszka Holland
14) Ungheria con The Notebook di Janosz Szasz
15) Singapore con Ilo Ilo di Anthony Chen

Di questi 15 film, ne ho visti 9. I primi cinque, i favoriti secondo Knegt, li ho visti tutti, e concordo con lui nel dare in pole position il danese Il sospetto (The Hunt) di Thomas Vinterberg, lanciato a Cannes 2012 (dove Mads Mikkelsen vinse come migliore attore), poi gran successo in tutto il mondo e inspiegabilmente snobbato invece dal pubblico italiano. Sorprendente, ma non troppo, il secondo posto di Wadjda (da noi La bicicletta verde, e pure questo trascurato dalle nostre sempre più pigre e meno curiose platee), che sta funzionando molto bene in America con la sua storia semplice e universale. Un film, ricordiamolo, lanciato dal Festival di Venezia 2012, sezione Orizzonti, da cui uscì senza premi ufficiali, oltretutto realizzato dalla prima donna saudita regista. Quanto al cileno Gloria, eccellente, è stato alla Berlinale il film più amato dal pubblico e le sue chance sono consistenti. Al quarto, e dobiamo considerarlo un piazzamento più che buono, arriva Sorrentino. Teniamo conto che il nostro candidato dell’anno scorso, il pur notevole Cesare deve morire di Taviani, non entrò mai nelle predictiosn di Peter Knegt, e non entrò nemmeno nella short list. La grande bellezza avrà tutt’altro impatto in America, dove verrà distribuito a fine novembre, e le sue chance potrebbero salire vertiginosamente se dovesse realizzare buoni incassi. Al quinto posto il canadese, anzi québecois, Gabrielle, vincitore del premio del pubblico di Piazza Grande all’ultimo festival di Locarno, ennesimo film a trattare il diritto al sesso e all’amore degli svantaggiati. A me, devo dire, non è piaciuto per niente, ma è di quei film cui son pochi a resistere.

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