E venne il giorno, Cielo, ore 21,10.
Dopo il trionfale e seminale Il sesto senso, l’indiano-americano M. Night Shyamalan non è più riuscito a ripetersi agli stessi livelli, almeno al box office. Ma resta per alcuni un autore di forte interesse, di decisa e insolita impronta, forse il più convinto e coerente nell’inseguire un cinema che, più che con il fantastico, flirta con il soprannaturale e l’oltre-umano. Questo E venne il giorno, del 2008, è un film di larghi mezzi ed è puro Shyamalan, con quel senso di minaccia incombente che è un altro dei segni del suo autore. Notevole e per niente banale lo spunto. C’è un’inspiegabile epidemia di suicidi, gente che si toglie la vita senza apparente motivo e in modi anche anomali. Un insegnante di fisica (insomma, Mark Wahlberg, cui si addicono di più i ruoli maschio-proletari) decide di sottrarsi a quell’atmosfera insostenibile fuggendo in campagna, con lui la moglie e una coppia di amici. Ma anche lì, in una natura più che mai nemica, sembra impossibile evitare il pericolo. Eccentrico. Inclassificabile. Fantasy? Fantascienza? Altro? Non ebbe al box office l’impatto sperato, ma resta un prodotto parecchio interessante. Da vedere, prima o poi. Anche perché c’è quell’incanto di donna che è Zooey Deschanel.
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