La scelta di Sophie, Rai Movie, ore 23,35.
Uno dei film americani per cui Mariangela Melato sostenne il provino, e che avrebbero potuto cambiarle radicalmente la carriera (l’altro fu Alien, e a sbarrarle la strada insorsero problemi sindacali). La parte andò poi a Meryl Streep, che mise a segno un’interpretazione sensazionale delle sue, portandosi a casa il secondo Oscar dopo quello per Kramer contro Kramer, il primo come migliore attrice protagonista. Sophie è una polacca scampata ad Auschwitz, ma la sua mente e la sua vita sono rimaste lesionate per sempre. Ora, 1947, vive in America, dove conosce un intellettuale ebreo ossessionato dalla Shoah (Kevin Kline) e un ragazzo che ha appena lasciato il corpo dei Marines. Forse i tre si amano, forse sono solo amici, anche se è difficile capire chi si sia innamorato di chi e chi sia amico di chi. Affiora il passato di Sophie, la sua esperienza nei lager, e la decisione che dovette prendere sul binario di Auschwitz, quando la costrinsero a scegliere chi dei due figli sarebbe dovuto vivere e chi morire. E Sophie scelse. Una scena che non si può dimenticare e che rende questo film diretto da Alan J. Pakula, pur con tutte le sue lungaggini, il suo alto tasso di retorica, la sua pretenziosità arty, un grande film, un film necessario e imprescindibile. Meryl Streep è Sophie, e non la si dimentica più.
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