Airport, Iris, ore 0,00.
Storico disaster movie del 1970, così poderoso e di tale successo da generare un’infinita sequenza di successori e, soprattutto, l’irresistibile serie parodistica dell’Aereo più pazzo del mondo. Anche il recente Flight con Denzel Washington in fondo gli deve qualcosa. Chissà perché fu in quei primi anni Settanta che il cinema catastrofista ebbe la sua stagione d’oro: con questo Airport, ma anche con L’avventura del Poseidon, L’inferno di Cristallo (lo amo pazzamente), Terremoto e via disastrando. Naturalmente, stavolta si fa spettacolo cavalcando scientemente la planetaria paura dell’aereo, e dunque si mette in scena un volo minacciato. No, non da eventi naturali quali fulmini e tempeste, ma da un attentatore. Che non è un terrorista di matrice politica, è invece un signore malato che intende suicidarsi, facendo esplodere una bomba mentre si sorvola l’Artlantico (partenza da Chicago, destinazione Roma), onde far intascare alla moglie la sua assicurazione sulla vita. Assai claustrofobico, con tipi variamente assortiti per organizzare una commedia umana, e un dramma collettivo, come si conviene. Burt Lancaster è il comandante. Con lui Dean Martin, Jacqueline Bisset e quella cult actress che è Jean Seberg.
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