Non desiderare la donna d’altri (di Susanne Bier), La effe, ore 0,20.
No, non l’episodio del Decalogo di Kielowski, ma il film del 2005 realizzato dalla danese Susanne Bier, che peraltro in originale si chiama Brødre, Fratelli. Ricorda qualcosa? Sì, quel Brothers con Natalie Portman, Tobey Maguire e Jack Gyllenhaal girato a Hollywood dalla stessa Bier che di questo film è il remake, anzi l’auto-remake. Mélo foschissimo, non senza trucidume (la signora Bier non ha mai avuto il dono della leggerezza, vedi anche In un mondo migliore), che mescola con indubbio mestiere destini individuali, erotismo, la cronaca e la storia. Il militare molto in carriera Michael viene spedito in Afghanistan nel contingente danese, lasciando a casa in attesa moglie e due figli. Finirà disperso, desaparecido, missing in action. Sicché la moglie sola e disperata cercherà conforto e appoggio in Jannick, il fratello di lui, tipo ritenuto inaffidabile, poco raccomandabile, ma che con la cognata saprà tirar fuori un senso di responsabilità insospettato. Solo che, proprio mentre i due stanno cadendo vicendevolmente in amore, ecco che il disperso si rifà vivo. Feuilleton alla Matarazzo, però in versione nordica e finto-austera, da cui la scatenata Bier spreme ogni possibile effetto ed effettaccio.
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