7 chili in 7 giorni, Iris, ore 21,04.
Anche se la regia è del fratello Luca, questo è un film da ascrivere appieno a Carlo Verdone. Sua l’idea, suo il progetto, sua la storia, ed è lui il co-interprete insieme a Renato Pozzetto. Titolo che già spiega tutto, e molto bene. Due gaglioffi adusi a ogni arte di sopravvivere si inventano, sull’onda delle smanie detetiche dilaganti, una clinica per trattamento di gente in (amplissimo) sovrappeso. Divertente, anche se i cliché non sono evitati, anzi. Profetico. Da allora (il film è dell’86) il business del corpo perfetto si è dilatato a segmento industrial-economico possente, sempre con qualche cialtrone a mangiarci su illudendo gli obesi con facili quanto inutili ricette. Visto retrospettivamente, un film che intercetta benissimo la mutazione antropologica dell’Italia, ormai entrata, dopo l’improvviso e tumultuoso benessere, nella postmodernità dell’immagine quale bene supremo, anche se i toni son quelli della tradizionale commedia all’italiana. Del resto, Carlo Verdone è, tra i comici nati negli anni Settanta-Ottanta (lui, Benigni, Troisi, Nuti, anche Moretti, allora considerato comico a tutti gli effetti), il più fedele e rispettoso del passato dei vari Risi e Monicelli. Con un più volte dichiarato, sconfinato amore per Alberto Sordi.
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