Radiofreccia, Iris, ore 22,55.
Esordio a sorpresa da regista, e con un buon film, di Ligabue, anno 1998. Piacque molto a critici italiani e pubblico, e sembrò l’inizio di una carriera autorial-cinematografica che poi non si sarebbe mai sviluppata davvero. Radiofreccia è, non senza nostalgia, la rievocazione della stagione ruggente delle piccole radio libere, come si diceva allora. Siamo in Emilia, un gruppo di amici fonda radio Raptus. La storia del suo successo si svolge in parallelo con quella di chi ci lavora. Trucide faccende familiari, amori e tradimenti, e Freccia che si inabissa nella dipendenza da eroina, la droga cattiva e sporchissima di quel tempo. Parecchi premi. Lancio di Stefano Accorsi. Comparsata di Francesco Guccini. Chissà a rivederlo oggi se regge.
Aggiornamento a giovedì 25 gennaio 2018. Proprio da oggi è nei cinema il terzo film di Luciano Ligabue regista, Made in Italy,sempre con Stefano ccorsiprotagonista, come in Radiofreccia. Spero di scriverne al più presto. Inanto dico che non è granché, assai deludente nel suo volersi fare piccolo grande affresco dell’Italia degli uomini – e delle donne – qualunque di oggi.
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