Lawrence d’Arabia – versione restaurata, Sky Classics, ore 21,00.
Potevo esimermi dal segnalare Lawrence d’Arabia? Vale a dire il film da cui è tratta l’immagine-logo di questo blog, film che ovviamente adoro e che non mi stanco mai di riguardare. Oltretutto l’epic di David Lean viene mandato in onda stasera in versione restaurata, ed è un motico ion più per non perderselo. Del 1962, resta di folgorante attualità per via dello scacchiere geopolitico in cui si muove il suo protagonista, quel Medio Oriente, quel mondo arabo e islamico che sono ancora oggi al centro della nostra attenzione (e preoccupazione, anche). Fu un un diluvio di Oscar, sette per l’esattezza, compresi quelli al miglior film e alla migliore regia. Non lo vinse invece Peter O’Toole, che l’avrebbe ampiamente meritato. Un’interpretazizone la sua che è nella storia del cinema, e tanto basti. Con lui la star egiziana Omar Sharif che trovò qui la sua occasione per farsi conoscere dal pubblico d’Europa e America.
Immensa avventura, immenso spettacolo, personaggi bigger than life: eppure quella raccontata dala colossale opera di David Lean è storia vera, anche se la fedeltà ai fatti e alle persone è stata nel corso del tempo messa in discussione, anche se tra la realtà e la sua rappresentazione si è (giustamente, inevitabilmente) insinuato il romanzesco. Lawrence è Thomas Edward Lawrence, eccentrico signore inglese dell’inizio Novecento attratto dall’azione, dall’eroico, dalla dimensione titanica dell’esistere, dall’andare oltre se stessi e forse oltre l’umano, verso l’über umano. Quando in un Impero Ottomano ormai agonizzante le province arabe – le terre che grossomodo ora si chiamano Arabia Saudita, Iraq, Giordania, Siria, Territori Palestinesi – covano la ribellione e la voglia di indipendenza dalla Sublime Porta di Costantinopoli, lui, inglese, cavalca quell’onda, si schiera con le tribù beduine in rivolta contro i Turchi, diventa da perfetto inglese creatura dei deserti e delle sabbie adottando i modi, gli stili di vita, gli abiti di quei popoli. Diventando (apparentemente almeno) arabo tra gli arabi. Lawrence d’Arabia. Appoggerà e capeggerà i rivoltosi, portandoli alla conquista di piazze strategiche e territori in mano ai turchi. Ora gli storici si chiedono se l’abbia fatto per dedizione disinteressata alla causa e per dare carne e materia e vita ai sogni eroici di cui si era sempre nutrito, o se sia stato un agente inglese al servizio del suo paese, incaricato di pilotare e incanalare la ribellione araba e anti-ottomana nella sfera d’influenza britannica. Forse le due cose non si escludevano, e il film sembra cavalcarnle entrambe. Ma noi siamo spettatori, e noi vogliamo godere dello spettacolo che il film di David Lean ancora oggi sa darci.
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