L’enfant. Una storia d’amore, La effe (canale 50 dt), ore 21,10.
Uno dei grandi film degli anni Duemila, di quelli che hanno influenzato centinaia di nuovi autori (e chissà perché in Italia al titolo originale hanno stoltamente aggiunto Una storia d’amore che non c’entra niente). Lo firmano i fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, maestri assoluti e irraggiungibili del cinema disadorno ma non asettico, rigoroso ma non glaciale. Con loro si torna al cinema che racconta la vita in presa diretta, in una rifondazione (l’ennesima) del neorealismo. Vite desolate anche qui, come sempre nei Dardenne-movies. Bruno ha vent’anni, Sonia diciotto. Hanno un bambino, ma non hanno un’esistenza pur vagamente normale, sono due sbandati, marginali senza troppe speranze, vivono come capita. Bruno decide di vendere il bambino, tornare indietro sarà difficile. Con L’enfant i due belgi vincono meritatissimamente nel 2004 la loro seconda Palma d’oro a Cannes, dopo quella incamerata qualche anno prima con Rosetta. Bruno è quel Jérémie Renier cresciuto con i Dardenne: era il ragazzino di La promessa, sarà di nuovo un padre snaturato e sciagurato in Il ragazzo con la bicicletta del 2011. Lo si è visto poi anche in Potiche di Ozon quale figlio gayzzante di Catherine Deneuve, tutto minipull e pantaloni a zampa d’elefante: sideralmente lontano dal mondo dei due belgi.
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