Albert Nobbs, la7d, ore 21,10.
Film indipendente che un paio di anni fa in America è andato molto bene procurando alla protagonista Glenn Close l’ennesima nomination all’Oscar della sua (gloriosa) carriera. Nato come play teatrale negli anni Ottanta, tratta di travestitismo e omosessualità femminile ambientandolo in tempi in cui perfino queste parole erano inusuali, addirittura fuori dal vocabolario e dal raggio di comprensione del comune sentire. Irlanda ultimi anni dell’Ottocento. Abert Nobbs lavora come stimato cameriere presso l’hotel di un’aristocratica, in realtà è una donna costretta a vestirsi da uomo per poter trovare un lavoro. Farà conoscenza di un’altra donna-uomo nelle sue stesse condizioni, Janet/Hubert, giunta ad un tale livello di perfetta simulazione da essersi sposata con una ragazza. Ma il gioco delle maschere e delle identità celate rischia di complicarsi alquanto e collassare allorchè appare una giovane cameriera di cui Albert si innamora. Un vertiginoso girotondo di identità vere, verosimili, false, falsificabili, ma senza la leggerezza di A qualcuno piace caldo o Victor-Victoria. Qui tutto è rappresentato e risolto in una chiave seriamente e strettamente realistica, perfino naturalistica, il che sottrae parecchio fascino e ambiguità. Mia Wasikowska è la servetta che scatena gli amori, le gelosie, le sofferenze.
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