Wolf Creek, Rai Movie, ore 0,05.
Ma come casca bene e assai tempestivamente questa messa in onda di Wolf Creek, film de’ paura assai rinomato di cui è stato proiettato alla recente mostra di Venezia il sequel Wolf Creek 2, sempre per opera del regista Greg McLean. La qual cosa conferma dello status di cui gode e ha sempre goduto il fondativo Wolf Creek, horror/gore di quelli tosti e sanguinolenti di bassa o alta macelleria, autentico torture porn, presentato in prima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2005. Made in Australia, e difatti è ambientato nel bush aussie, quelle aree desertiche e misteriose e immense all’interno del continente che han fatto da fondale a innumerevoli film down under, da Picnic a Hanging Rock a L’ultima onda ai vari Mad Max. Tre disgraziati – due ragazze inglesi e un australiano – che non hanno evidentemente mai visto un horror in vita loro e dunque ripercorrono puntualmente tutti gli errori canonici dei protagonisti dei suddetti horror, sono in viaggio verso il parco naturale di Wolf Creek. Solo che una notte la macchina si blocca e loro hanno la disgraziatissima idea di fidarsi di un tizio con il carro attrezzi che guarda un po’ passa da quelle parti. Ovvio che si tratta di un maniaco. I tre verranno rinchiusi, torturati, sadicizzati in sinistri hangar gonfi di attrezzeria e metalleria di massima minacciosità. Scene terribili. Sarà massacro. Attori sconosciuti ma, come si diceva una volta nelle recensioni dotte, funzionali.
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