Dopo il matrimonio, La Effe, ore 21,10.
Non amo il cinema furbo, fin troppo furbo e però ammantato di buoni sentimenti e ottime intenzioni civili, della danese Susanne Bier, devo comunque riconoscerne la diabolica abilità nel costruire melodrammi che sappiano miscelare ghiotte storie private e impegno social-politico-umanitario. Ci son sempre della grandi tresche, voluttuosi segreti e succulenti scheletri negli armadi, nel Bier-cinema, però conditi con il messaggio, così, per nobilitare e dare una patina rispettabile anche ai più scabrosi intrecci. In questo film del 2006 c’è però Mads Mikkelsen, uno dei miei attori preferiti, e tra i meglio in circolazione in Europa, e tanto basti a consigliarne la visione. Jacob, che da molti anni svolge la sua missione umanitaria in India, torna nella patria danese per incontrare e convincere un riccastro a finanziare i suoi progetti. Sarà solo l’inizio di uno scatenatissimo mélo, tra agnizioni, figli della colpa ritrovati, ex amori, nuovi amori. Puro Susanne Bier insomma.
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