Film stasera sulla tv in chiaro: KRABAT E IL MULINO DEI DODICI CORVI (domenica 5 gennaio 2014)

Krabat e il mulino dei dodici corvi, Rai 4, ore 23,05.krabat-movie-wallpaper-01Uno di quei film molto amati e molto visti in patria, ma che fuori dai confini restano ignoti e ignorati. A riprova che il cinema anche nell’era della globalizzazione e dei blockbuster senza frontiere continua  a sfornare film molto locali, così profondamente radicati nella cultura d’origine da essere inesportabili. Paradosso affascinante, in un’era in cui l’omologazione dei vari pubblici sembra totale, e invece basta scavare appena per rendersi conto che non è così. Succede anche in Italia, naturalmente, dove la commedia è spesso in cima al nostro box office ma non varca mai i confini e, per parafrasare Arbasino, non raggiunge nemmeno Chiasso. Io sono particolarmente affascinato da questi prodotti diciamo così etnicamente connotati, difficili da vedere (spesso compaiono solo ai festival o in rassegne), sono una finestra su mondi e cose che non conosci, un piccolo viaggio antropologico e anche storico-culturale nei casi migliori. Ecco, di fronte a questo film tedesco, molto tedesco, Krabat e il mulino dei dodici corvi, l’atteggiamento migliore è quello dello spettatore curioso, che sappia prenderlo come un’occasione di penetrare altri universi e altre visioni. Qualcuno l’ha spacciato come la risposta made in Germany al dilagante, ultraglobalistico Harry Potter, perché anche qui c’è una storia di ragazzi e di magie, ma è tutt’altra faccenda. Tratto da un libro per adolescenti pubblicato nel 1971 e ormai adottato come un classico da tutte le scuole, ci racconta di Krabat, un orfano del Sedicesimo secolo che attraverso un maestro mugnaio apprenderà i segreti della magia nera, solo che l’amore di una ragazza gli farà intravedere la strada del Bene e lo renderà dubbioso sui propri poteri. Ma quel che è interessante è l’ambiente ancora feudale della Germania rurale e profonda di quel tempo, tra realtà e leggende cupe, in una cornice gotica e dark, superstiziosa e quasi animistica. Qualcosa che abbiamo anche visto rievocato molto bene nel Faust di Sokurov vincitore all’ultima mostra di Venezia del Leone d’oro. Un immaginario greve, pesante, quello di Krabat, profondamente tedesco e profondamente centro-nord europeo, difficilmente commestibile e metabolizzabile per gli altri pubblici, e per questo interessante. La storia tra l’altro è ispirata a un’antica leggenda dei Sorabi, etnia slava incuneata nell’area germanofona, e anche questo accentua il tasso di diversità di Krabat. Occhio, c’è anche Daniel Brühl.

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