Giovanna d’Arco: le prigioni, La effe, ore 22,05.
Seconda parte del fluviale film che Jacques Rivette, uno dei padri della Nouvelle Vague, ha dedicato negli anni Novanta all’icona di tutte le icone francesi, la madre della patria, l’eroina, insomma Jeann d’Arc. La vergine che osò ribellarsi agli inglesi attestati sulla costa atlantica francese, spinse il riluttante delfino ad affidarle una forza armata, scese in campo contro i nemici (ritenuti) invasori. Spinta alla missione da Dio, dalle voci che le rimbombavano nella mente. Sappiamo com’è finita. Se nella porima parte Rivette la stagione della chiamata e delle battaglie, qui racconta la Giovanna sconfitta, imprigionata e processata dagli inglesi per eresia, condannata al rogo. Fedele ai dettami nouvellevaguistici, Rivette sfronda la storia e il personaggio di ogni superfluità, semplifica e deterge e quotidianizza in senso rosselliniano, aderisce ai fatti, laicizza, riconsegna Giovanna alla sua dimensione di ragazza. Da vedere. Con Sandrine Bonnaire.
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