Romeo + Giulietta, Mtv, ore 21,10.
1996. Baz Luhrmann fa le prove con Shakespeare della ricetta che di lì a qualche anno applicherà in Moulin Rouge!, suo vertice assoluto e massimo successo. Vale a dire: gran miscuglio e sovrapposizione e mélange e contaminazione e métissage di più epoche, più registri, più stili e segni, anche incongrui (anzi, meglio se incongrui), in una mise en scène sfrenatamente barocca e volutamente pasticciata e finta assai congeniale alla nostra post (o iper) modernità. Tutto in una confezione sberluccicante e smagliante da baraccone chic non senza guittaggini. L’operazione funziona benissimo, eccome, in questo Romeo + Giulietta, che mantiene fedelissimamente testo e dialoghi shakespeariani, ma li mette in bocca a personaggi che si muovono in una California contemporanea dove Verona diventa Verona Beach, e via così. I Capuleti e i Montecchi sono clan affaristici rivali, e i due protagonisti ragazzi travolti da uno scontro di potere di massima crudeltà. Grande riuscita. In America fu un successo immenso tra le platee giovanili, grazie soprattutto alla presenza del teen-idol Leonardo Di Caprio (che ancora doveva girare Titanic però). Lei è Clare Danes, che poi sarebbe scomparsa per un bel po’ dal giro grosso per riapparire in anni recenti in ottime cose tv come la serie ipercult Homeland. Il miglior Romeo e Giulietta cinematografico di sempre, insieme a quello meraviglioso di Franco Zeffirelli (non toccatemelo, lo adoro).
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