L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, Iris, ore 21,07.
La storia di Jesse James vista attraverso l’uomo della sua banda che lo tradì. Il leader e Giuda, legati da trame oscure e segreti inconfessabili di fascinazioni-repulsioni reciproche. Ambiziosissimo western post-moderno (anno 2007) di estenuante lentezza, ma che penetra nei corpi e nelle anime come pochi. Brad Pitt, anche produttore, è ovviamente il protagonista, Casey Affleck il suo antagonista viscido e roso dall’invidia (dal desiderio mimetico, direbbe René Girard). Il regista Andrew Dominik, neozelandese, ha il senso del paesaggio del Malick prima maniera, e racconta questa storia di un assassinio quasi rituale come un Bergman o un Dreyer (o un Mishima). Brad Pitt si prese la Coppa Volpi a Venezia come miglior attore, che ritirò l’anno dopo, e fu un premio meritato, nonostante le chiacchiere e i molti commenti maligni dei critici bon ton (una superstar premiata al Lido: scandalo! attentato alla purezza dell’Arte Cinematografica!). Il film non ebbe fortuna, peccato. Lungo, a tratti insostenibile, ma notevolissimo. Da Jesse James però Brad ha preso l’abbrivio per infilare un film più bello dell’altro (The Tree of Life, Moneyball, 12 anni schiavo e, ancora con Andrew Dominik regista, Cogan – Killing Them Softly).
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