I gigli del campo, la7, ore 14,40.
Edificante, ma importante, film Usa del 1963 su un black vagabondo che dà una mano a un gruppo di suore (tedesche!) a costruire una chiesa. La carne e l’anima, il maschile e il femminile, il terreno e il celestiale. Erotismi sottili e dissimulati dietro la favola perbene. Il film è quello che è, da pubblico familiare della domenica (di allora), ma ebbe un succcesso travolgente e procurò a Sidney Poitier l’Oscar. Era la prima volta che un attore afro-americano metteva le mani sulla mitologica statuetta, e fu una svolta. Poitier divenne la faccia dell’integrazione afroamericana al cinema, e non solo al cinema, un attore e un uomo nella cui success-story l’America liberal e progressista (quella che stava dalla parte di Martin Luther King) amava rispecchiarsi. Il film è diventato, senza che i suoi autori lo volessero, epocale, il primo manifesto dell’integrazione etnico-razziale al cinema, spianando la strada al successivo e più famoso Indovina chi viene a cena?: ancora con Sidney Poitier, non a caso. Poitier, un’icona, e come tale è salito sul palco quale presenter, insieme a Angelina Jolie, agli ultimi Oscar, sempre bellissimo ed elegante ai suoi 87 anni, e molto, molto emozionato.
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