Fotografando Patrizia, Cielo, ore 21,10.
Il lancio di Monica Guerritore come stella dell’erotico italiano d’autore (o, meglio, pretenziosamente arty) dei nostri anni Ottanta. Arriverà poi la consacrazione con Sensi e Scandalosa Gilda dell’allora suo compagno Gabriele Lavia. Qui il regista è Salvatore Samperi, che di impudicizie e segreti d’alcova si era già parecchio occupato in Malizia e ancora prima nel meraviglioso Grazie zia mostrando di averci la mano, e la vocazione. In Fotografando Patrizia riprende, proprio da Grazie zia, il tabù (infranto) dell’incesto, e se là le cose erano tra zia e nipote, qui sono, più pericolosamente, fra fratello e sorella. Il tutto, ancora una volta e samperianamente, in una villa del Veneto. Patrizia torna nella casa di famiglia, dopo un lutto, per occuparsi del fratello sedicenne da sempre considerato fragile di salute e di una ipersensibilità sconfinante col patologico. Scoprirà che il demone di lui è il desiderio per lei. Sbertucciato dai critici, ma benissimo accolto dal pubblico, e Guerritore espugnò il pubblico maschile.
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