Film stasera sulla tv in chiaro: GUIDA PERVERSA ALL’IDEOLOGIA (seconda parte), merc. 8 luglio 2014

Guida perversa all’ideologia (seconda parte), con Slavoj Žižek, La Effe, ore 0,50.
108375_gal108377_galCerto che in inglese suona meglio e più fine: The Pervert’s Guide to Ideology. Che uno, non sapendone nulla pensa subito alla sporcaccionata, anche se quella parola lì, ideologia, dovrebbe fare da cartello segnaletico e indicare che siamo da tutt’altra parte. Difatti, qui siamo nelle sfere alte della speculazione intellettuale, e non esagero (e neanche ironizzo). Ha i suoi cultori sparsi in parecchie parti del mondo, il filosofo e psicanalista Slavoj Žižek, sloveno cresciuto e diventato intellettuale di grido nella ex Jugoslavia, adesso con cattedre in patria, a Londra e in altri punti del mondo. Una star globale molto amata dagli antiglobalisti e antagonisti di vario tipo, pubblicato regolarmente in Italia da Internazionale. Sorry, non sono tra i suoi estimatori. Uno che ha come pensiero guida da una parte il marxismo e dall’altra il lacanismo, ovvero la versione più cerebrale e parigina ed esoterica del freudismo, rischia di essere, oggi, distonico rispetto ai tempi che viviamo. Però questo film l’ho abbastanza gustato, devo dire. Film del 2012, che arriva sei anni dopo quel The Pervert’s Guide to Cinema in cui Slavoj Žižek rileggeva la storia del cinema e molti film variamente famosi applicandovi sopra la gabbia interpretativa lacaniana. Il cinema come inconscio e anche grimaldello per leggerlo e penetrarvi. Adesso tenta il bis, sempre con Sophie Finnies alla regia (sì, è la sorella degli attori Ralph e Joseph), e replica il format. C’è sempre lui massicciamente protagonista e dominante come Sir Alfred in Hitchcock presenta, e anche con un che di brezneviano-maoista-nordocoreano, con la sua barba e il suo inglese preciso, ma basico e dalla cadenza balcanica, a parlare di cinema. Però stavolta si punta ancora più in alto, con l’ambizione di usare sequenze di film (e altro materiale) per dirci come venga confezionata e agisca l’ideologia, cosa di cui lui dà plurime e complicate e contorte definizioni, e che io semplificherei dicendo (sì, marxianamente e freudianamente): quella specie di inganno e anche autoinganno per cui la coscienza non coglie e non legge più il reale, ma lo percepisce in versione addomesticata, edulcorata, filtrata. Ideologia come distorsione cognitiva e percettiva. Come manipolazione dall’alto e dall’esterno e spesso automanipolazione. Naturalmente Žižek ne fa anche una categoria attinente al potere e al suo controllo sugli individui e le masse. Ci spiazza subito con una sequenza di Essi vivono di John Carpenter, da lui considerato il film più nascostamente leftist del cinema americano, e il più lucido nello smascherare gli inganni ideologici. Incredibile la quantità di matteriale che il nostro mostra e affastella, in una cavalcata non sempre convincente, anzi raramente, ma di indubbia presa. Ne vediamo di ogni, i film di propaganda nazista cone Il trionfo della volontà e L’ebreo errante, e il Kubrick di Arancia meccanica (con inquietanti svelamenti del potere fascinatorio della violenza) e lo Scorsese di Taxi Driver. Ma c’è pure un sequenza tagliata di Tutti insieme appassionatamente, decodifata e come messa a nudo da Žižek, e ancora: Lo squalo (per mostrare le tecniche manipolatorie del potere politico), L’ultima tentazione di Cristo, Cabaret, Zabriskie Point e ancora e ancora. Per chi ama il cinema è una goduria. Certo, il discorso a volte, anzi spessissimo, è oscuro, qualche volta Žižek convince, qualche volta per niente. Qualche volta, come quando tira in ballo la pubblicità della CocaCola, vien da incazzarsi per la banalità del pensiero. Ma il signor filosofo e psicanalista è incontestabilmente un grande affabulatore, ha il dono di tenerti avvinto con la parola, anche quando non ti convince, sicché perfino le più nebulose dissertazioni diventano grandi, fascinose macchine verbali. Come ha scritto un critico americano, Žižek è di quei professori che fan sempre il pieno in aula e che gli studenti adorano stare ad ascoltare per il potere incantantorio del loro discorso. Qui è lo stesso. The Pervert’s Guide to Ideology è un gioco intellettuale assai compiaciuto e autoriferito, però non è il caso di stare troppo a pensarci su. Meglio abbandonarsi al flusso di parole e immagini, e godersi il molto cinema che c’è dentro.

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