Napoli, sole mio!, Vero Tv, ore 22,30.
C’è un cinema napoletano anni Cinquanta, o almeno girato a Napoli, popolare e però non sbracato, non plebeo, gentile, dove la città non è vista come cloaca massima di ogni vizio e degrado e nessuna virtù. Una Napoli bonaria e perbene, mica come quella che il cinema ci avrebbe mostrato nei decenni seguenti, e fino a oggi, diventata ricettacolo di criminalità micro e macro e di esistenze impossibili. Questo cinema piccolissimo-borghese ritrae una Napoli anni Cinquanta sì sotto il dominio di Achille Lauro, ma vitale e proiettata a modo suo e anche confusamente verso il cambiamento, una Napoli che era capace di inventarsi un festival della canzone evento di portata nazionale secondo solo a Sanremo. Napoli, sole mio! ne è un esemplare perfetto. Una ragazza si innamora di un povero posteggiatore, il quale però le fa credere di appartenere a famiglia benestante per non perderla. Sarà la madre di lei, dopo aver fatto indagini, a scoprire la verità e a proibire alla figlia di frequentare il fidanzato. Seguiranno drammi familiari e melodrammi, fino alla riconciliazione finale. Con quelle divisioni di casta e classe che nell’Italia di allora erano ferree e invalicabili. Un Poveri ma belli sotto il sole di Napoli e con le sue canzoni. Con Lorella De Luca e Maurizio Arena ci sono Titina De Filippo, Tina Pica, Clelia Matania e la Luisa Mattioli che diventerà la signora Roger Moore. Regia di Giorgio Simonelli.
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