Bello come un arcangelo, Iris, ore 23,30.
Un Lando Buzzanca-movie del 1974, con l’attore al suo massimo appeal commerciale, quando da solo riusciva a convogliare legioni di spettatori in sala, soprattuto maschi. Stavolta lo dirige un regista per niente corrivo, quell’Alfredo Giannetti che aveva girato pochi anni prima con Anna Magnani una trilogia per la Rai (con il memorabile La sciantosa). Qui Buzzanca è più che mai feticcio e simbolo della mascolinità siciliana, nella parte di un rappresentante innamorata della giovanissima figlia di un avvocato. Per ingraziarselo si fingerà suo amico d’infanzia, si installerà in casa sua, fino a diventare l’oggetto di molti desideri femminili. Ma verrà alla fine gabbato proprio dalla ragazza che ama. Il feticcio sfregiato. Con Erika Blanc e Stella Carnacina. Quello che però trasforma Bello come un arcangelo in straculto è la presenza di Paola Borboni e dell’allora suo molto più giovane marito Bruno Vilar. Solo per amanti dei nostri B-movies, ovvio.
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