Any Day Now, Rai Movie, ore 23,10.
Uno di quei film che metton sul tappeto questioni serie e spesse su cui interrogarsi, che fan discutere e fan pensare, e dividono. Un gay movie, con un qualche sapore di troppo di militanza e di ideologismo e anche di politicamente corretto, ma son cose che non ne diminuiscono l’interesse. Mai arrivato nel circuito delle sale italiane in modo regolare, visto solo qua e là in modo intermittente (a Milano l’hanno dato allo Spazio Oberdan). Dunque anche raro, ed è un motivo in più per non perderselo. Del 2012, racconta però una storia (vera) nella California degli anni Settanta, qualcosa che mise di fronte la pubblica opinione a una questione sensibile come l’adozione – anzi, in questo caso l’affido – da parte di una coppia omosessuale. Rudy si esibisce come drag queen in un club gay, Paul, che mai ha fatto coming out, lavora invece alla procura. Quando una vicina tossicopdipendente di Rudy viene arrestata, sarà lui a occuparsi del figlio Marco, un ragazzo affetto da sindrome di Down. E quando lui e Paul faranno coppia, insieme si prenderanno cura del ragazzo. Quando più tardi cominceranno una battaglia legale per averne l’affido scoppierà il caso, nelle aule di giustizia e sui media. Con Alan Cummings e Garret Dillahunt. Regia di Travis Fine. Premi in tutta l’America, tra cui quello del pubblico al Tribeca Festival.
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