Il vagabondo della foresta, Rete Capri, ore 21,00.
Mélo in forma di western, con tanto di casa nella prateria, indiani minacciosi, imponenti paesaggi. Ma quel che conta, in questo film del 1948 diretto da Norman Foster e ispirato a un racconto di Howard Fast (sì, quello dello Spartacus kubrickiano), son le passioni, è il triangolo lui-lei-l’altro. Due amici e però la stessa donna, in una specie di Jules e Jim delle frontiera e di maniere più rudi e piglio più asciutto. Siamo nell’America ancora coloniale. Dopo la morte della moglie il farmer David Harvey si mette in cerca di una donna che governi la casa e lo aiuti ad allevare il figliolo. La trova nella serva Rachel, e per impedire le chiacchiere se la sposa. Ma per lui, e il rampollo, Rachel resta una serva. Finché compare all’orizzonte il miglior amico di David, Jim, il vagabondo delle foreste del titolo, uno che traffica in pelli con i nativi. Che si innamora di Rachel. Esplode il conflitto tra i due maschi alfa, la signora scapperà, le passioni sopite si incendieranno e ne succederanno di ogni, fino a un finale alquanto telefonato. Interessante parecchio il quadro di un’America bianca agli albori. Con un gran trio di attori: Wiliam Holden (David), Robert Mitchum (Jim) e Loretta Young (Rachel).
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