La donna perfetta, Rai Movie, ore 21,15.
Uno dei primi flop – siamo nel 2004 – di Nicole Kidman dopo una serie impressionante di successi. Eppure questo film di Frank Oz merita una ri-visione in tv e una rivalutazione per più di un motivo. Perché viene da un romanzo di Ira Levin, non proprio uno qualsiasi, lo stesso di Rosemary’s Baby, e scusate se è poco. Perché è il remake di un celebre e anticipatore film degli anni Settanta di Bryan Forbes, La fabbrica delle mogli. Perché il soggetto di La donna perfetta non solo porta la firma di Ira Levin, ma anche del Jean-Claude Carrère storico sceneggiatore di Luis Buñuel e di quel Jonathan Glazer che ci ha appena dato lo straordinario e cultistico Under the Skin. Molto talento al lavoro, e tanto basti per guardarselo senza troppi pregiudizi (soprattutto nei confronti della sempre molto detestata Kidman).
Joanna e il marito Walter, entrambi reduci da disastrose esperienze professionali, decidono di mollare metropoli e stress e di andarsene a vivere in una quieta (apparentemente) smalltown, Stepford. Dove – avvolto in un clima candy anni Cinquanta – tutto è in ordine e le signore son felici di fare le mogli perfette, devote al marito e realizzate nello stare in casa. L’opposto di quel che era sempre stata Joanna. Si scoprirà che son tutte mogli-robot con un chip impiantato nel cervello comandate dai loro uomini. In questo scenario di distopia quotidiana la coppia Joanna-Walter introduce un elemento di rottura. O almeno così sembra. Sviluppi e finale non scontati. Film che, se rischia di sembrare un manifesto veterofemminista, è anche una inquietante parabola dell’attuale progressiva tecnologizzazione dei corpi, sempre più ibridati dalla scienza con elementi organici e inorganici esterni. Nicole Kidman è roboticamente perfetta. Il marito è Matthew Broderick. Ma ci sono anche Bette Midler, Christopher Walken e Glenn Close.
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