E Dio creò la donna (Piace a troppi), Rai Movie, ore 0,50.
E Roger Vadim creò Brigitte Bardot, un mito che da quel 1957 non si è mai più offuscato e che si riverbera nell’immaginario popolare globale anche adesso che la signora è arrivata agli 80 anni. Vadim la ragazza Brigitte l’aveva sposato nel 1952, ma è solo cinque anni dopo, e dopo che lei era già apparsa in qualche film (anche italiano), che azzecca questo fondativo Et Dieu créa la femme. Tutto progettato e cucito intorno a Brigitte e al suo corpo-feticcio così moderno, di una sensualità che non aveva più niente a che fare con le maggiorate fisiche, ma piuttosto con una sorta di neocandore, neopaganesimo e neoprimitivismo. Con il ritorno a una forza e selvaggeria e purezza naturali. Un erotismo fresco, nuovo e ancestrale insieme, maliziosamente ingenuo, ingenualente malizioso. Un erotismo con il broncio di BB. Che è una ragazza che, appena uscita dall’istituto in cui, orfana, è diventata grande, va a vivere in un villaggio sulle rive del Mediterraneo, e tutti gli uomini ne saranno sconvolti. Lei in camicetta attillata sulla battigia, lei esposta al sole. Lei che balla il mambo in un quasi-costume nero e un gonnellino impudicamente aperto. Irresistibile. Una bomba di sensualità, letteralmente. Tutto immerso in un racconto mélo. Con Jean-Louis Trintignant e Curd Jürgens. Girato nell’allora sconosciuta Saint Tropez, che da quelmomento diventerà parte inestricabile della stessa leggenda BB. La quale ancora ci abita.
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