Klimt di Raul Ruiz, Rai 5, ore 0,21.
No, non aspettatevio un classico biopic paratelevisivo del pittore viennese simbolista, il gran visionario della Sezession. Semplicemente perché alla regia c’è Raul Ruiz, apolide del cinema nato e vissuto in Cile e poi esiliato in Francia, ma con esperienze professionali e stagioni anche in America, Spagna, Portogallo. Autore appartato, unico, non apparentabile ad altri, non ascrivibile a nessuna scuola cinematografica o corrente. Cineasta di accensioni visionarie e di racconti ora lineari ora completamente destrutturati e decostruiti. Di un cinema a modo suo anarchico, anche se mai magmatico, sempre salvato dal rischio del disordine dallo stile e dalla forma. Qui vediamo Gustav Klimt sul letto di morte assistito dall’amico e sodale Egon Schiele ripensare alla sua arte, alla sua vita, agli amori (compreso quelle tempestoso con la ballerina Lea Di Castro). Una vita scandalosa per la proba Vienna del suo tempo, la Vienna a cavallo del secolo. Con John Malkovich as Klimt. C’è anche la nostra Sandra Ceccarelli.
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