La legge del desiderio, Rai Movie, ore 23,10.
A mio parere, il vertice di sempre di Almodóvar e del suo cinema. Un film del suo primo periodo, il più estremo, radicale, selvaggio. Il più libero. Mai più superato in forza interna, in energia, nemmeno dai perfetti e stratificati melodrammi della maturità come Tutto sua madre, Parla con lei o La Mala Educaccion, più astuti e strutturati, ma anche meno esplosivi. Del 1987, con un Antonio Banderas giovane già attore-totem di Pedro, ma non ancora star internazionale, La ley del deseo è esattamente ciò che il suo didascalico titolo – quasi un manifesto – ci dice. Un melodramma di geometrica costruzione sulla follia dell’amore e sull’ansia del possesso, aggiornando in versione omosessuale e anche brutalmente ipermoderna il tradizionale estremismo dei sentimenti come raccontato in innumerevoli narrazioni (letterarie, cinematografiche). Il regista Pablo (un doppio dello stesso A.?) sta con Juan, Juan forse non ama Pablo. Che se ne va da Madrid e si installa in un paese andaluso sul mare dove incontra Antonio (Banderas). Sarà notte d’amore con lui. Per Juan non sembra così importante, ma per Antonio, alla sua prima volta omosessuale, è tutto. Perde la testa per Pablo, non accetta di essere trascurato, abbandonato, lo segue, lo pedina, lo stalkizza. Ucciderà per gelosia Juan. Un amore letteralmente folle e violento che vediamo crescere, intorbidarsi, accelerarsi fino alla frenesia psicotica. Film cupo, fiammeggiante e potente, il più implacabile e inesorabile di Almodovar, una lezione clinica sulla forza distruttiva degli istinti e delle passioni. Anche, un thriller tesisissimo e angoscioso. Con quelle sporcaccionate tipiche del primo Pedro (qui, la scena iniziale del provino al ragazzo con masturbazione). La ley del deseo è l’Almodovar più vicino di sempre a Fassbinder, l’altro grande (e più grande devo dire) indagatore delle leggi costrittive del desiderio, e spesso distruttive, nella nostra modernità. Molta pop music, come sempre in Pedro, e qui fa piacere ascoltare Guarda che luna di Fred Buscaglione. C’è anche anche Carmen Maura, nella parte dell’attrice sorella del regista.
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