The Sky Above Us, di Marinus Groothof. Serbia. Sezione LimeLight. Voto 6+
Sono in partenza (per la precisione: in questo momento sono a Schiphol, Amsterdam, in attesa dell’imbarco; tutto l’aeroporto è benissimo coperto da un wifi che non richiede login e altre complicazioni). Questo mio primo IFFR me lo son fatto solo parzialmente (finisce il 1° febbraio), per la non banale ragione che subito dopo scatta la Berlinale (dal 5 febbraio), e due cinemaratone di fila quasi senza interruzione son francamente troppe. Anyway, son riuscito a vedermi 27 film, che non sono così pochi. Un bilancio a più tardi. Intanto, ecco la scheda, o minirecensione, del film che mi son visto stamattina in proiezione stampa prima di partire. Film che batte bandiera serba, girato a Belgrado, ma coprodotto con altri paesi (Olanda, Belgio, Grecia), diretto e scritto da un regista olandese, Marinus Groothof, già parecchio attivo nei corti e nei video commerciali.
Belgrado, 1999. La Nato ha deciso di bombardare la città per assestare un colpo decisivo al regime di Slobodan Milosevic e indurlo a ritirarsi dal Kosovo. Ricordate? I famosi quanto discussi raid, avallati in Italia dall’allora governo D’Alema, se ricordo bene, e, sempre se ricordo bene, assai criticati da Michele Santoro nelle sue trasmissioni. Il film ci racconta storie di gente di Belgrado, colta in quel vuoto teso mentre si aspetta che da un momento all’altro le sirene diano l’allarme, che i bombardieri partiti da Aviano sgancino il loro carico chissà dove, chissà su chi. Ana è attrice di teatro, Bojan è un bravo ragazzo un filo fragile con una storia complicata con una giovane giornalista (“stai scrivendo delle nostre disgrazie, quelle che i tuoi lettori europei adorano sentirsi raccontare?”). C’è un tecnico che lavora alla tv di stato, uno dei bersagli designati degli attacchi aerei. Ci sono ragazzi che la notte si fanno di alcol e pasticche nei club. Il clima di sospensione è molto ben reso, i personagi si fanno seguire volentieri. Dettagli che molto rivelano: il regista di Ana, ammanicatissimo con il regime, le chiede di esibirsi in letture patriottiche sul ponte che i belgradesi più oltranzisti e nazionalisti han deciso di presidiare quali volontari scudi umani. Una ragazza sta per partire per Amburgo, tutto un mondo sta per finire. Il regista intercetta bene l’atmosfera della città ferita, che non si sente di meritare quel castigo, la sua rabbia trattenuta e la sua umiliazione. Perché, ci suggerisce The Sky Above Us, Il cielo sopra di noi, che colpa ha la gente delle atrocità combinate dai politici sopra le loro teste? Ok, va bene così. Però, scusate, il film non spende molte parole e molte immagini contro Milosevic e gli altri della sua banda. Non era il caso di essere un po’ meno reticenti?
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Una risposta a RotterdamFilmFestival Daily: THE SKY ABOVE US, il film che ho visto martedì 27 gennaio