Orphan, Mediaset Italia2, ore 21,12.
Insperato successo al box office americano, ma passato pressoché inosservato da noi. Orphan è uno dei film che più hanno fatto discutere (in patria) qualche anno fa. Un’opera di genere, un horror familiare come se ne sono visti molti, col solito bambino, in questo caso bambina, posseduto da forze oscure (do you remember Il presagio? e per restare sul tema dei bambini diabolici, pure il mal visto in Italia A proposito di Kevin). Ma stavolta a fare notizia è che il film infrange un totem del politicamente corretto come l’adozione. Una coppia di americani si prende in casa un’orfana russa, che si rivelerà portatrice di ogni guaio. Sicché la domanda che il cinico spettatore si pone è: non era forse meglio lasciarla a casa sua? Poi il cattivo pensiero viene subito cancellato, ma ormai. In effetti Orphan è un’operazione parecchio interessante perché si configura, pur inconsapevolmente, come messa in scena e materializzazione di fantasmi e terrori profondi e inespressi che possono accompagnarsi all’adozione. Dubbi quali: mi amerà come un vero figlio? si comporterà come un vero figlio? o si sentirà sempre un estraneo e continuerà a rimpiangere i suoi genitori naturali? E così il film è anche, attraverso la lente dell’adozione, una variazione sull’eterna paura dell’altro che minaccia il nostro spazio domestico e vitale. Vera Farmiga e Peter Sarsgaard sono i genitori. Tra l’altro, un film spagnolo presentato nel 2012 alla Berlinale, Dictado, si muove secondo una trama molto simile, con una sinistra bambina in affido che si rivelerà fonte di problemi, sicché anche lì lo spettatore si faceva inesorabilmente le stesse scorrettissime domande.
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