Furia di Fritz Lang, Rete Capri, ore 21,00.
Il primo film americano – anno 1936 – di un Fritz Lang che si è lasciato alle spalle la grande stagione del cinema weimariano e se n’è fuggito dalla follia omicida su scala gigante del nazismo facendo prima tappa a Parigi e poi imbarcandosi per gli Stati Uniti. Comincia la sua lunga era hollywoodiana, dove, pur facendo i conti con codici e vincoli di un cinema prepotentemente volto al mercato e dominato da studios e relativi tycoon, cercherà di mantenersi fedele alla propria visione e vocazione. Riuscendocispesso, a partire da questo Furia che riecheggia in alcuni momenti l’urlo della folla e la caccia all’uomo di M, il mostro di Düsseldorf. Anche se là il braccato era un colpevole, e qui un innocente. Lang sommerge di ombre e velature la vicenda ambiguizzando ove possibile, apre feritoie sull’incosncio indivuduale e collettivo e ci va dentro a indagare. Un uomo, un everyman, un brav’uomo qualunque (difatti ha la faccia di Spencer Tracy), mentre sta per raggiungere la fidanzata che ha appena cambiato città per lavoro, viene bloccato nel profondo midwest e scambiato, in base a labilissimi indizi, per il responsabile del sequesto di una bambina. Verrà preso e linciato. Ma incredibilmente sopravviverà e nell’ombra tramerà, da sopravvissuto clandestino, per portare a processo e far condannare i responsabili del linciaggio. Un film perfettamente langhiano nel suo scoperchiare follie e contagi psichici collettivi, nel suo non farsi illusione sulla bestialità appena nascosta sotto la civilizzazione, nel suo scrutare i demoni annidati dietro l’apparente normalità. Con Sylvia Sidney.
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