Night Will Fall – Perché non scenda la notte, Rai Movie, ore 0,45.
Si avvicina il 25 aprile, le celebrazioni per i 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale si moltiplicano in tutto l’Occidente. Inevitabile che i palinsesti della nostra tv si affollino, anche se caolticamente e senza un progetto, di film variamente collegati a quegli eventi e/o a quelli che li hanno preceduti e partoriti, come i totalitarismi fascista e nazista. Rientra in questa programmazione, immagino, anche la messa in onda stanotte del film documentario Night Will Fall – ed è una follia che lo si trasmetta a un’ora così tarda – di cui molto si è parlato in quest’ultimo anno, soprattutto in Gran Bretagna, dov’è stato realizzato, e negli Stati Uniti, e trasmesso recentemente dalle maggiori reti televisive internazionali. I media lo hanno lanciato, con la consueta semplificazione e approssimazione giornalistica, come il film di Alfred Hitchcock sull’Olocausto. Mica vero, o, almeno, parzialmente vero. Perché Night Will Fall è la sintesi, la condensazione in 75 minuti di un film remoto (e anche il racconto della sua storia speciale), quel German Concentration Camps Factual Survey assemblato nel 1945 da un’équipe britannica con i materiali girati all’interno dei campi di conbcentramento, lavoro, sterminio tedeschi dagli operatori di combat films e newsreels al seguito delle truppe alleate. Materiale impressionante fino all’insostenibilità, con testimonianze in presa quasi diretta, anche di detenuti scampati al massacro, che non lasciano dubbi su cosa siano stati lo sterminio programmato degli ebrei e le violenze su altre minoranze etniche ed esistenziali. Ecco, a tirar fuori un film da quell’ernome massa di immagini, fisse e soprattuto in movimento, fu chiamato dalle autorità britanniche un gruppo di esperti, di cui faceva parte anche Alfred Hitchock, che a German Concentration Camps Factual Survey lavorò non più di un mese. E però lasciando un’impronta decisiva. Sua l’idea di far capire, attraverso un adeguato uso e montaggio del footage a disposizione, come la popolazione civile che viveva in stretta prossimità ai lager non potesse non sapere, anticipando di molti decenni le successivi tesi espresse dallo storico Daniel Goldhagen nel libro I volonterosi carnefici di Hitler. E per supportare la sua convinzione, Hitchcock selezionò anche lunghi piani sequenza in cui la macchina da presa passava dai campi alle abitazioni civili vicine (sperimentazione tecnica che poi avrebbe appliocato in Nodo alla gola/Cocktail per un cadavere).
Ma German Concentration Camps Factual Survey non venne mai alla luce. Le autoritò lo secretarono e solo decenni dopo sarebbe riemerso dagli archivi, recuperato, restaurato. Adesso Night Will Fall di quel film perso e ritrovato racconta la storia accidentata e tribolata, riprendendone parecchie parti, le più significative, quelle che testimoniano le realtà più aroci dei campi. Recupera levoci di allora dai campi e ne aggiunge di nuove, e in qualche caso sono i sopravvissuti che compaiono nel materiale girato nel 1945 a tornare oggi davanti alla maccina da presa. Regista dell’operazione è André Singer, che ha potuto lavorare con la massima libertà sugli archivi. Resta una domanda. Perché German Concentration Camps Factual Survey non fu mai distribuito nei cinema? L’idea iniziale dell’ufficio di propaganda governativo era di mostrare al mondo le responsabilità di Hitler e dell’intera Germania. Ma poi arrivò la guerra fredda, il nuovo pericolo e nemico dell’Occidente diventò l’Unione Sovietica, e dunque prevalse la volontà di non inimicarsi la Germania, e l’opinione pubblica tedesca, in quanto bastione avanzato dell’anticomunismo. Altra possibile ragione: alla fine della guerra l’Inghilterra, potenza mandataria sulla Palestina, cercava in ogni modo di impedire l’immigrazione ebraica dall’Europa (do you remember Exodus e la nave carica di profughi e sopravvissuti all’Olocausto che gli inglesi non vogliono far sbarcare?). Sicché qualcuno ha avanzato l’ipotesi che l’occultamento di German Concentration Camps Factual Survey obbedisse alla volontà di non creare uan corrente d’opinione nazionale e internazionale in favore degli ebrei europei diretti in Palestina, in quello che di lì a tre anni sarebbe diventato lo stato d’Israele. Come si vede, sono molti, e tutti importanti, i motivi per non perdersi stasera (tardi, purtroppo) Night Will Fall.
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